Le malattie della vite: l’elenco completo dalla A alla Z

In questo articolo parleremo delle principali malattie della vite, andando a capire quali sono i sintomi, le cause, gli effetti e i metodi principali utilizzati per curarle o prevederne l’avvento.

Succede infatti molto spesso che a seconda delle annate queste malattie vadano ad incidere in modo molto pesante sulla produzione e sulla qualità della crescita della vite e di conseguenza del prodotto vino.

Indice

Le principali malattie della vite

Solitamente quando si parla delle malattie della vite si pensa subito ad agenti patogeni che provocano perdite di produzione della stessa. In linea generale però possiamo dividere queste malattie in tre grandi gruppi:

  • malattie dovute ad agenti patogeni fungini;
  • malattie dovute ai parassiti (dei quali parleremo approfonditamente nel prossimo articolo);
  • malattie dovute a carenze nutrizionali.

Le differenze tra questi gruppi sono presto spiegate:

  • nel primo gruppo rientrano malattie come la Peronospora, l’Oidio, la Black Rot, la Red Blotch Disease, e affini;
  • nel secondo gruppo rientrano invece la zigena, la carruga, la cecidomia, la calandra, la botrite, la fillossera,  la flavescenza dorata, la virosi, la tignoletta e affini;
  • nel terzo ed ultimo gruppo invece troviamo tutti i sintomi o le patologie derivate da carenze nutrizionali.

La Peronospora della vite

peronospora della vite

Effetto della peronospora sulle foglie

La Plasmopara viticola, il suo nome scientifico, più conosciuta come peronospora è una delle malattie più diffuse e pericolose per le viti.

Sintomi e diffusione

Permane nel terreno sotto forma di spore e il suo sviluppo è legato alle condizioni metereologiche,

infatti si trova più comunemente nei climi umidi dove ci sono grandi quantità di precipitazioni durante la stagione di crescita.

Solitamente si manifesta in primavera e può essere identificata ad uno stadio iniziale se la superficie della  foglia presenta le caratteristiche “macchie ad olio”, cioè delle discromie tondeggianti.

Come dicevamo il suo sviluppo è legato alle condizioni meteorologiche e i parametri ai quali bisogna fare maggiormente attenzione sono sostanzialmente tre:

✔  germogli di 10 cm

✔  Pioggia superiore a 10 mm nelle ultime 24-48 ore

✔  temperatura minima di 10 gradi

Lotta e prevenzione

La peronospora se non adeguatamente curata può portare ad ingenti perdite di produzione. Ad oggi i rimedi maggiormente utilizzati riguardano l’utilizzo di prodotti fitosanitari mediante trattamenti cosiddetti “a calendario”.

Sul mercato però alcune realtà innovative hanno iniziato a proporre metodi di prevenzione basati sul monitoraggio delle condizioni microclimatiche e sull’utilizzo massivo di dati.

Se queste informazioni generali non sono sufficienti puoi approfondire l’argomento della Peronospora della vite.

Inoltre, se sei un viticoltore ed hai trovato questo articolo interessante iscriviti gratuitamente a Peronospora Zero e riceverai la GUIDA sulla PERONOSPORA della VITE

Oidio

oidio della vite

Effetto dell’Oidio sulle foglie

Anche l’odio, nome scientifico Uncinola necator, è una malattia causata da un agente patogeno fungino e colpisce sia le piante che gli animali.

Quest’ultima è una malattia della vite e ne colpisce le foglie e gli acini, ma può interessare anche altri tipi di frutta e verdura. Si riscontra principalmente in Europa e Nord America.

Sintomi e diffusione

La malattia si diffonde quando le spore si depositano su piante sane e iniziano a crescere.

Questa può anche essere diffusa da persone che non si igienizzano adeguatamente le mani dopo aver toccato le piante infette. Inoltre le spore si diffondono anche attraverso il vento, l’acqua ogli insetti.

Le spore possono vivere nel terreno fino a dieci anni, quindi è importante non piantare nuove viti vicino a zone nelle quali ci sono state o ci sono viti infette.

Questa Infezione colpisce e si diffonde prevalentemente in estate anche se un punto di differenza forte con la Peronospora sta nel fatto che le precipitazioni inibiscono lo sviluppo di questa malattia invece di favorirlo.

Per quanto riguarda i sintomi, l’oidio si presenta come una sostanza bianca simile a una polvere sulla superficie delle foglie e ne causa l’arricciamento e la distorsione nelle sue fasi avanzate.

Il fungo infine causa un ingiallimento delle foglie prima che esse muoiono completamente.

Lotta e prevenzione

I trattamenti fitosanitari per questa malattia della vite sono diversi a seconda della gravità. Quelli più comuni sono il solfato di rame (ma questo risulta efficace solo nei casi più lievi) e i composti a base di zolfo. 

Anche l’oidio è considerato una malattia meteo dipendente e quindi anche in questo caso la prevenzione attraverso l’utilizzo dei dati può fare la differenza.

Infatti grazie ad alcuni modelli previsionali e attraverso il monitoraggio costante delle condizioni microclimatiche dei vigneti è possibile prevedere l’avvento di questa malattia e capire quando è il momento migliore di intervenire con i trattamenti. Questo consentirà al viticoltore di arginare lo sviluppo e di mettere al sicuro gran parte del suo raccolto senza impattare in modo incisivo sull’ambiente.

È tutta una questione di PREVENZIONE

In pochi click conoscerai il meteo l’evoluzione delle malattie nel tuo campo e potrai adottare misure preventive.

Black Rot o “Marciume Nero”

Black Rot della vite

Effetto della Black Rot sulle foglie

La black Rot è una malattia che colpisce la vite e i suoi frutti ed è maggiormente diffusa nei paesi a clima temperato.

È causata dal fungo o glomerella cingulata che si diffonde nell’aria e nel suolo. Il fungo attacca le foglie, i tralci, le canne, i fiori e l’uva della vite.

Sintomi e diffusione

Uno dei sintomi più comuni del marciume nero è uno scolorimento nero-brunastro sulle foglie.

Il suo ciclo biologico dura circa due anni.

Il primo anno colpisce solo le foglie e i germogli, il secondo anno colpisce anche il frutto.

I sintomi sono macchie nere sulle foglie e sui germogli, che poi si trasformano in macchie marroni con bordi neri.

Il fungo provoca anche lesioni sulla buccia del frutto che sono di colore brunastro.

Questa malattia si diffonde attraverso le goccioline d’acqua della pioggia, del vento o di insetti come gli afidi.

Si può trovare anche su frutti caduti a terra, come mele o altri alberi da frutto e si sviluppa principalmente durante i periodi caldi con alti livelli di umidità (superiori all’80%).

Gli effetti del marciume nero non sono solo estetici. Il fungo infatti può anche causare avvizzimentonecrosi (morte) e crescita stentata.

Questo inoltre colpisce sia le varietà di uva rossa che quella bianca, nonché alcune varietà di mele come le mele Granny Smith.

Lotta e prevenzione

Questa malattia può essere prevenuta piantando viti in aree con una buona circolazione dell’aria o spruzzando fungicida su piante o viti infette.

I trattamenti più comuni per il marciume nero infatti sono il solfato di rame combinato con fungicidi sistemici come azossistrobina o propiconazolo; queste soluzioni, insieme al gas ad anidride solforosa uccidono il fungo al contatto ma non tengono la vite al sicuro da futuri focolai se non vengono utilizzati correttamente o abbastanza spesso.

Questo ci riporta al solito problema.

Ad oggi l’unica metodologia ritenuta efficace risiede in trattamenti calendarizzati che tengono conto unicamente delle condizioni “monitorabili” a occhio nudo.

Anche in questo caso però, puntare all’utilizzo di strumenti tecnologici che aiutino il viticoltore a prendere decisioni avendo sotto controllo la reale situazione e i reali bisogni del proprio vigneto risulta vincente. Infatti attraverso l’utilizzo di modelli previsionali che tengono conto delle condizioni metereologiche degli appezzamenti si ha l’opportunità di prevenire l’avvento di questa malattia e di trattare in modo molto puntuale le zone che sono maggiormente a rischio.

Red Blotch Disease o Malattia delle macchie rosse

Macchie rosse della vite

Effetto della malattia delle macchie rosse sulle foglie

La Red Blotch Desease o più comunemente “malattia delle macchie rosse” è stata scoperta per la prima volta nella West Coast degli Stati Uniti nel 2011.

Solo recentemente è stata identificata la causa della sua trasmissione nello Spissistilus festinus.

Sarebbe questo insetto infatti ad essere il principale vettore di questa malattia che negli States porta a perdite di produzione molto grandi.

Sintomi e diffusione:

I sintomi sono principalmente macchie rosse sulle foglie e sui gambi della vite. Queste macchie, in una fase più avanzata, si trasformano in macchie marroni e poi in macchie nere.

Purtroppo durante questo processo le foglie iniziano ad accartocciarsi e cadere, causando la morte della vite.

Ad oggi non c’è un trattamento fitosanitario riconosciuto che possa arginare lo sviluppo e la diffusione di questa malattia.

Botrite o muffa grigia

botrite della vite

Effetto della botrite sui grappoli d’uva

Botrytis cinerea, anche nota come botritemuffa grigia o marciume grigio, è un fungo che colpisce diverse colture in particolare la vite, gli agrumi e in alcuni casi anche fragole e pomodoro.

Sintomi e diffusione

Trova il suo picco di infettività, nel periodo di maturazione dell’uva, provocando un significativo calo del raccolto.

Spesso il fungo si deposita in vigneti già afflitti da peronosporaoidio e tignola; infiltrandosi nelle lesioni causate da queste patologie

La parte più colpita della vite è il grappolo d’uva, che se malato presenterà la caratteristica muffa “grigia”.

La pericolosità di questa malattia è la sua notevole capacità di adattarsi alle condizioni atmosferiche nell’ambiente in cui prospera, inoltre questo patogeno ha un’alta resistenza ai fungicidi.

Un altro fattore che rende questa malattia così minacciosa è l’incertezza tra i viticoltori riguardo le misure da adottare per combatterla, la botrite infatti è apparsa solo di “recente”  in alcune località.

Nella vite, questo patogeno causa due forme di infezione:

  • Muffa grigia o marciume grigio: come già detto nella prima parte dell’articolo, è un’infezione molto pericolosa che va ad inficiare sulla resa produttiva del vino. Si sviluppa principalmente durante il periodo di maturazione e necessita di un livello elevato e costante di umidità ambientale.
  • Marciume nobile: si verifica in un clima più caldo e secco dove l’innalzamento dell’umidità è causata dalla rugiada mattutina o da episodi piovosi. L’infezione favorirà un’alta concentrazione di zucchero nelle uve, facendole appassire senza causare danni eccessivi.

In questo caso è chiamata “nobile” poiché durante la vinificazione, produrrà vini aromatici pregiati, liquorosi e dolci. I vini “muffati” più famosi sono: l’ ungherese Tokaj e i francesi Sauternes e Monbazillac

Lotta e Prevenzione

Dato che la muffa grigia si manifesta in ambienti umidi, temperature miti e poco ventilati, gli interventi preventivi sono essenziali, come:

➔     Evitare il ristagno d’acqua usando un’irrigazione appropriata al tipo di terreno e con sufficiente drenaggio,

➔     Effettuare potature mirate alle zone infette,

➔     Moderare l’utilizzo di concimi azotati,

➔     Favorire il ricircolo dell’aria attraverso una “potatura del verde

➔     Contrastare altre malattie della vite che possono favorire l’insorgenza come peronospora, oidio e tignola.

Le pratiche agronomiche preventive si rivelano inefficaci nella fase di maturazione, perché il fungo è in grado di resistere perfettamente anche all’azione degli antifungini.

Tenendo presente che è sempre necessario attuare trattamenti preventivi contro la muffa grigia o la botrite, nel campo dei fitosanitari antibotritici troviamo:

DI SINTESI:

  • Boscalid
  • Isofetamid
  • Pyrimethanil
  • Cyprodinil
  • Fludioxonil + Cyprodinil
  • Fludioxonil
  • Fenexamid
  • Fenpyrazamine

 BIOLOGICI:

  • Aureobasidium pullulans
  • Bicarbonato di Potassio
  • Bacillus amyloquefaciens
  • Bacillus subtilis
  • Pythium oligandrum
  • Cerevisiane
  • Eugenolo+Geraniolo+Timolo (terpeni)

Mal dell’esca

mal dell'esca della vite

Effetto del Mal Dell’Esca sulle foglie

I viticoltori devono fronteggiare diverse malattie della vite, tra le quali anche il mal dell’esca che nella maggior parte dei casi causa la morte improvvisa della vite.

Sintomi e diffusione

Tra le malattie del tronco della vite sembra essere la più devastante.

Diverse specie funghi sono state associate al mal dell’esca, anche se l’origine continua ad essere controversa, soprattutto la malattia è complessa e irregolare, largamente dipendente dalle condizioni varietali e ambientali (Marenghi, 2007).

Secondo gli studi esistenti, è causata da diversi funghi come Phaeoacremonium aleophilum, Phaeomoniella chlamydospora e Fomitiporia mediterranea.

sintomi del mal dell’esca sono più visibili su viti mature, sembra che la potatura intensiva, il gelo e altre lesioni possano contribuire allo sviluppo e all’aggravarsi della malattia.

Già al momento dell’impianto, le giovani viti possono essere già state compromesse, i sintomi possono essere:

  • riduzione del diametro del tronco,
  • internodi raccorciati,
  • fogliame ridotto e dimensioni ridotte delle foglie.

Altri sintomi posso essere la clorosi fogliare, seguita da necrosi e defogliazione precoce; tuttavia nelle viti più “vecchie”, le foglie colpite mostrano una caratteristica sintomatologia, chiamata a “striscia di tigre”.

Analizzando invece i tronchi saranno evidenti strisce di colore marrone scuro o nere negli elementi vascolari, non sono altro che composti fenolici in risposta alle lesioni, un meccanismo  di difesa della pianta.

I sintomi del declino nelle giovani viti assomigliano ad altre importanti malattie dell’uva, come la malattia di Pierce e carenze di nutrienti.

Lotta e Prevenzione

Ad oggi non si conoscono dei metodi efficaci per contrastare definitivamente questa malattia della vite, quindi la lotta agronomica parte in particolare dalla prevenzione.

La lotta al mal dell’esca inizia  già con pratiche preventive dai vivai.

Le buone tecniche di gestione, in vivaio includono:

❖        Scartare i portainnesti o nesti malati.

❖        Disinfettare frequentemente gli strumenti, come le cesoie per la potatura.

❖        Impiantare la coltivazione in un terreno ben drenato.

❖        Scegliere un’irrigazione controllata per evitare eccessi o carenze d’acqua.

La prevenzione in campo è fondamentale specialmente al momento dell’impianto.

Evitate di impiantare  viti “sospette”, cioè quelle che presentano anomalie come:  crescita debole  o  irregolarità nelle radici, altrimenti una soluzione potrebbe essere isolarle in filari dove possono essere monitorate.

Durante gli interventi di potatura, è consigliato il più possibile evitare di eseguire tagli durante condizioni climatiche di elevata umidità

Post-potatura per evitare che le ferite siano un mezzo di diffusione di funghi, entro 24 ore dal taglio, dovranno essere trattate con sigillanti specifici.

Sempre in ottica preventiva, nel caso specifico della lotta biologica, l’utilizzo dei funghi Trichoderma sp, sono impiegati per contrastare la malattia.

Ad oggi non ci sono trattamenti chimici specifici approvati per il mal dell’esca, la soluzione rimane l’utilizzo regolare di buone pratiche preventive.

Escoriosi

escoriosi della vite

Effetto della Cryptosporella viticola sui tralci

L’escoriosi, scientificamente Cryptosporella viticola è una malattia della vite che attacca diversi organi della pianta. Comunemente definita anche “necrosi corticale” (nome che deriva dall’annerimento della corteccia e del tessuto legnoso che si verifica quando la malattia progredisce).

L’escoriosi può essere causata da diversi fattori, come funghi e batteri. Solitamente anche se l’infezione parte in primavera, i sintomi si possono osservare o d’inverno o a fine estate e includono foglie appassite, deperimento dei germogli e cancri infossati su ramoscelli e rami.

La diffusione di questa malattia avviene principalmente attraverso schizzi d’acqua che trasportano le spore da una pianta all’altra.

Essa però può anche essere diffusa attraverso portainnesti infetti, strumenti di potatura o terreno.

Per quanto riguarda i trattamenti fitosanitari anche in questo caso i rimedi più utilizzati sono il solfato di rame e lo zolfo di calce.

Un altro metodo molto consigliato per porre rimedio all’escoriosi consiste nella rimozione delle foglie infette e di tutto il terreno umido attorno alle viti. Infine a livello nutrizionale è consigliabile non esagerare con i concimi a base di azoto.

Questa malattia è causata dal fungo Phomopsis viticola che si sviluppa in climi particolarmente umidi e nei quali sono presenti ingenti precipitazioni.

Anche in questo caso possiamo asserire che la malattia è meteo dipendente e che si sviluppa al verificarsi di particolari condizioni climatiche e durante determinate fasi fenologiche della vite; questo implica che attraverso l’utilizzo di dati microclimatici e immagini satellitari è possibile prevenirne l’avvento.

Come utilizzare i dati e le nuove tecnologie per prevenire le malattie del vigneto? Ne parliamo in modo approfondito qui: https://scopri.peronosporazero.it/

Carenze nutrizionali della vite e insorgenza di malattie

carenze nutrizionali della vite

Se fino ad ora abbiamo parlato delle malattie causate da agenti patogeni, adesso diamo uno sguardo alle problematiche causate dalla carenza di micro e macro nutrienti della vite.

Le malattie della vite causate da carenze nutrizionali sono un grosso problema per la produzione del vino.

Le carenze più comuni sono qui riassunte:

  • di azoto;
  • di fosforo;
  • di magnesio;
  • di potassio;
  • di calcio;
  • di ferro;

Analizziamoli nello specifico per capire perché questi elementi sono molto importanti per la pianta.

L’azoto è un nutriente essenziale per le piante ed è necessario per produrre la clorofilla che conferisce alle piante il loro colore verde.

Il fosforo invece è importante per lo sviluppo delle radici e la resistenza alle malattie.

Andando avanti il magnesio supporta la fotosintesi, che converte la luce in energia per la crescita delle piante, così come la sintesi proteica e la sintesi di altri composti.

Il potassio invece aiuta a regolare l’equilibrio idrico.

Il calcio è un componente importante delle pareti cellulari e delle membrane delle piante, necessarie per mantenere l’integrità delle cellule e fornire forza agli steli. Inoltre è necessario per molte funzioni, tra cui il trasporto dell’acqua, la struttura e la funzione della parete cellulare, i potenziali di membrana, l’attivazione degli enzimi e la secrezione di ormoni.

Infine il ferro è un minerale essenziale che aiuta a produrre la proteina che trasporta l’ossigeno nei globuli rossi.

Aiuta anche a formare il collagene, che è una proteina del tessuto connettivo ed è importante per la divisione cellulare e la guarigione delle ferite.

Il ferro è anche necessario per la produzione di energia poiché trasporta l’ossigeno in varie parti della pianta e aumenta l’immunità attivando alcune proteine che aiutano a combattere le infezioni.

Come affrontare e ridurre queste carenze

Le carenze nutrizionali della vite possono essere ridotte applicando fertilizzanti contenenti questi nutrienti al momento giusto, in quantità sufficiente e nella forma giusta (es. solubili).

Questi aiutano la vite a crescere in modo più sano e ad essere più resistente all’aggressione di agenti patogeni e parassiti.

Le carenze nutrizionali però non sono meteo dipendenti. Allora in questo caso la tecnologia come ci supporta? Come possiamo avere il controllo della situazione ed essere sicuri che le nostre viti abbiano tutto ciò di cui necessitano?

Esistono dei sensori portatili all’avanguardia che attraverso una misurazione che si effettua inserendo la loro sonda nel terreno, calcolano in tempo reale i valori dei nutrienti di cui abbiamo parlato e mettono in evidenza le carenze.

Questo ci permette di conoscere le condizioni della vite ogni qualvolta ne abbiamo bisogno. In questo modo, abbiamo delle indicazioni molto precise e puntuali su quando e quanto concimare.

Anche in questo caso quindi la tecnologia, i dati e il monitoraggio del terreno possono essere un grande supporto per il lavoro del viticoltore.

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SITOGRAFIA:

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